“La crisi libica ha fatto schizzare in alto il prezzo del greggio, e come si può ragionevolmente supporre la catastrofe in Giappone farà lievitare ulteriormente il listino dei combustibili, con gravi ripercussioni sulle bollette di luce e gas. Ma, senza ombra di dubbio, è il rischio nucleare a suscitare oggi le maggiori apprensioni. Occorre ad ogni modo cogliere questa tragica occasione per interrogarsi sulla convenienza di questa fonte energetica. E non si tratta, come purtroppo si va dicendo su certa stampa, di sciacallaggio nucleare.
A fronte dell’apocalisse che ha sconvolto il paese del sol levante, appena scalzata dalla Cina come seconda potenza economico-industriale del pianeta, occorre come minimo motivare le proprie scelte. Per quel che mi riguarda, faccio parte di un partito non pregiudizialmente contrario al nucleare, e che coerentemente con la sua vocazione moderata e propensa al dialogo non si è mai sottratto ad un confronto serio e costruttivo sul da farsi in tema di energia. Nondimeno, l’ho affermato in tempi non sospetti, e a maggior ragione lo ribadisco con forza ora: rimane il mio ‘no’ fermo e insindacabile ad ogni ipotesi di centrali nucleari in Puglia.
La nostra regione ha già pagato e sta pagando un prezzo alto in termini di inquinamento, e basti con ciò dare un’occhiata ai dati che indicano alcune aree del nostro territorio come tra le più contaminate d’Europa. A maggior ragione sarebbe ingiusto oltre che assurdo la pretesa che un territorio che produce più del doppio dell’energia necessaria al proprio fabbisogno sia chiamato ancora una volta a dare.
Il nostro contributo, visto che siamo i primi in Italia,rimane dunque quello di continuare a proporci come modello efficiente e funzionale per le energie alternative. Per la Puglia, a breve, media e lunga scadenza, sarà meglio inseguire l’energia pulita del sole e del vento”.

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