martedì 15 febbraio 2011
Longo:"Le Regioni hanno diritto di legiferare sulla qualità dell'aria"
C’è uno spettro che si aggira per i cieli della Puglia: il benzo(a)pirene. Questa sigla non dovrebbe essere del tutto sconosciuta al grande pubblico, soprattutto agli abitanti dei territori maggiormente inquinati della nostra regione, primi tra tutti i cittadini del quartiere Tamburi di Taranto; ma ad ogni modo è bene ricordare che si tratta di un idrocarburo policiclico aromatico della classe dei benzopireni, che, per dirla in soldoni, esprime una pericolosità terrificante, trattandosi di una delle prime sostanze di cui si è accertata la cancerogenicità. Naturalmente, questo flagello aeriforme dovrebbe essere debellato, o comunque consentito in limiti ridottissimi nell’aria che respiriamo, anche perché per dirla tutta non è stata ancora accertata a tutt’oggi una soglia di benzo(a)pirene al di sotto della quale si può star tranquilli. Ora, al di là delle roventi polemiche in corso tra il governo attuale e le varie associazioni ambientalistiche pugliesi sul valore massimo delle emissioni (e il fatto che per tali valori si citino frazioni di nanogrammo per metro cubo dà la misura della pericolosità della sostanza), credo che non mi si possa accusare di estremismo ecologista se stigmatizzo, ancora una volta, la decisione improvvida contenuta nel decreto legge 155 del 2010 di togliere alle regioni il diritto, sacrosanto, di legiferare sulla qualità della aria, quindi sulla salute dei cittadini: diritto inalienabile, intoccabile, imprescindibile da qualunque calcolo di politica industriale o quant’altro.
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